Chi ha inventato davvero il fenomeno culturale che ancora oggi chiamiamo “gli anni sessanta”? I Beatles? Gli Stones? Il movimento hippie? Il maggio del Sessantotto? Sono molte le risposte che si possono dare a questa domanda ma raramente troverete chi vi risponderà con un nome proprio di persona.
Io sono tra quei pochi (un altro potrebbe essere Matteo Guarnaccia, ma di lui parleremo in un altro articolo) che risponderebbe con un convinto: Robert Jasper Grootveld, per cui voglio inaugurare questo sito parlando di lui.
Chi era veramente Robert Jasper Grootveld? Un mago, un crociato anti tabacco, un libertario, un pacifista, un anarchico, uno sciamano, un folletto, eppure tutte queste parole messe insieme non sono sufficienti a definirlo.
A me piace pensare a lui come al più grande “guerriero anti noia” della civiltà occidentale.
Le sue bizzarre iniziative, surreali e dadaiste, risvegliarono la gioventù di Amsterdam e l’intera popolazione olandese; all’inizio degli anni Sessanta i Paesi Bassi erano un paese assonnato, isolato, puritano, pieno di sensi di colpa e cupo. Un decennio dopo, si erano trasformati in una società dinamica e liberale. E’ impossibile non vedere la mano di Robert in tutto questo. Le sue imprese elettrizzarono i giovani Amsterdammers e furono di ispirazione per la creazione del giocoso movimento Provo (abbreviazione di “provocazione”) di cui fu il carismatico e trasandato portavoce. Il gruppo Provo è stato un altro ingrediente fondamentale per l’avvio dei “favolosi anni sessanta”: hanno fornito biciclette gratis per tutti, rovinato un matrimonio reale, combattuto con non-violenza le forze dell’ordine cittadine, fatto eleggere un loro membro in consiglio comunale (il quale ha esordito con un sonoro rutto e una mela in mano).
Eppure Robert, ex venditore di gelati, lavavetri e lavoratore di cantiere che aveva lasciato la scuola a 15 anni, non aveva un programma ed era apolitico. L’unico desiderio di Grootveld, come disse una volta, era quello di farsi un pò di pubblicità personale. Attirò per la prima volta l’attenzione dell’opinione pubblica nel 1955, fluttuando attraverso Amsterdam su una minuscola zattera come un pirata, deridendo i clienti dei ristoranti di classe. Nel 1961 iniziò a deturpare le pubblicità delle sigarette con la lettera K (K da kancer, il cancro), fu arrestato e continuò imperterrito una volta uscito. A metà anni Sessanta attirò folle di giovani in piazza Spui ove metteva in scena strani rituali sciamanici contro le sigarette; diffuse anche misteriosi graffiti, tra cui lo slogan “Klaas is Coming!” (ispirato alla sua convinzione che Sinterklaas – Babbo Natale – fosse il messia). La guerra di Grootveld contro la noia e la società dei consumi passarono dal suo “K-Temple” antifumo, un vecchio garage vicino a Leidseplein dove eseguiva rituali sciamanici contro il fumo mentre la folla cantava “Bram bram! Ugga ugga!”. Quando Grootveld si annoiò anche di se stesso, incendiò il tempio e ballò sul tetto mentre bruciava.
Lui fece tutto quello che artisti e intellettuali non osarono nemmeno pensare, forse anche perché era molto diffidente nei confronti degli intellettuali. Avendo provato fame e povertà durante l’occupazione nazista, si distinse anche dai più giovani leader Provos (ideologicamente impegnati) come gli anarchici Rob Stolk e Roel van Dujn. Quando qualcuno ipotizzò uno scontro violento con la polizia, Grootveld, il cui nonno era stato un poliziotto, guidò il gruppo verso una strategia molto più originale, giocosa, arguta, e non violenta.
Nel 1967, Grootveld si posizionò ai margini del mondo della controcultura olandese; distribuiva marijuana ma si scagliava contro le droghe pesanti. Nel corso dei successivi 40 anni è stato pressoché dimenticato, trascorrendo gran parte del suo tempo nelle ex banchine di Amsterdam, creando giardini galleggianti con pezzi di polistirolo. Non vedendo alcuna contraddizione con il suo attivismo anti-tabacco, ha anche fumato molto ed è diventato alcolista. Sbalzi d’umore sempre più gravi, causati, ha detto, da un disturbo bipolare, lo hanno portato a perdersi come la maggior parte dei suoi vecchi amici.
Robert è nato il 19 luglio 1932 ed è morto, per una malattia polmonare, il 26 febbraio 2009; lo scrittore olandese Eric Duivenvoorden ha scritto una biografia su di lui nel 2009 (Magiër van een nieuwe tijd – “Mago di un nuovo tempo”) che, per quanto ne so, non è mai stata tradotta in italiano (che peccato!).
Il romanzo “Provos!” è dedicato a lui.
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