Il movimento Provos è stato senza dubbio immaginifico: disegni, poster, manifesti. Le invenzioni dei ragazzi olandesi sembravano una fonte incapace di esaurirsi.
E’ ovvio che la simbologia del movimento sia altrettanto ricca: dalla A cerchiata che campeggerà a lungo sui muri europei, alla mitica bicicletta bianca. Dal pugno chiuso al simbolo della pace. Dagli stivali dei poliziotti agli occhi psichedelici e profetici.
Tra tutti, però, quello che amo di più e che considero il vero simbolo Provos è quello che cominciò ad apparire sui muri di Amsterdam poco dopo la nascita del movimento.
Per qualcuno rappresenta proprio la città di Amstedam (il contorno) con il suo centro magico piazza Spui (il puntino in mezzo) e il fiume Dam (la lineetta che entra nel contorno).
Per altri (amanti delle teorie di Bart Huges) è un simbolo psichedelico che rappresenta un cervello perforato da un ago per aprire il “terzo occhio” della coscienza.
A me piace pensarlo come una mezza mela: qualcosa che rappresenta bene la voglia di semplicità e di ricongiungimento con la Natura che ha caratterizzato i ragazzacci amsterdammers del biennio ’65-67. Magari proprio quella mela che Bernhard De Vries masticò rumorosamente in faccia al consiglio comunale di Amstedam dopo la sua rocambolesca elezione.
Amo così tanto questo simbolo da farlo campeggiare sulla copertina del romanzo “Provos!”