“Le donne piangono in macchina
Da sole, andando al lavoro
Dopo aver lasciato i figli a scuola
Per un motivo tutto loro
Poi si asciugano gli occhi
E fanno finta di niente
Si stampano in faccia un sorriso
Prima di tornare tra la gente
E nessuno si accorge di niente
E nessuno che sa veramente
Cosa sentono”
La Saxifraga è un fiore che ha la capacità di crescere sulle rocce regalando a tutti i suoi bellissimi colori; così è la preziosa storia d’amore raccontata da Sabrina Mills nel suo “Destini incrociati”.
È impossibile non voler bene a Lucia, la protagonista, mentre la vediamo vagare attonita per la sua città dopo essere stata picchiata dal marito per un futile motivo; ti verrebbe voglia di abbracciarla e di dirle che andrà tutto bene. Nessuno, però, si avvicina per darle conforto; anzi, è lei che sente in dovere di aiutare un’altra persona in difficoltà. Così conosciamo Gianluca: una personalità complessa e affascinante che colpirà subito Lucia.
Gianluca è un “crossdresser”, cioè un uomo che non ha paura di riconoscere e coltivare la sua parte femminile e che si prenderà da subito cura di Lucia aiutandola a uscire dalla prigione sentimentale in cui si è rinchiusa. Da qui si sviluppa la trama nella quale lui cerca di aiutarla a ricostruire una vita serena e lei si sente sempre più coinvolta in quel mondo che la morale comune chiama “diverso” ma che per Lucia diviene sempre più normalità (così come dovrebbe essere per ognuno di noi). A intorbidare questa storia di amicizia e amore vi è la violenza: del marito contro Lucia e della società contro Gianluca. Il sottofondo di tensione che si respira nel racconto tende a coinvolgere ancora di più il lettore.
L’autrice racconta con una delicatezza stupefacente una storia così complicata senza mai entrare di “sciabola” ma usando un “fioretto” linguistico che impreziosisce l’opera; non giudica né impone un punto di vista ma narra con dolcezza ciò che avviene nelle vite dei suoi personaggi.
Davvero un bel libro cui, a voler trovare il pelo nell’uovo, ci si può lamentare solo per la sua brevità. Si vorrebbe rimanere ancora in compagnia di Lucia e Gianluca per scoprire qualcosa in più del loro universo letterario. Fortunatamente il Dio della letteratura ha inventato i sequel.
Per la cultura giapponese non è tanto la felicità (per sua natura transitoria) il sentimento più elevato ma la “malinconia consapevole”, la capacità di riconoscere l’impermanenza delle cose; ecco cosa trasmette la penna di Sabrina: è un dono raro che va coltivato.
La frase: «In un certo senso sì. Vedi, sono senza dubbio un uomo, e nessuno vedendomi potrebbe pensare che possa essere diverso. Ho imparato a conviverci, ma non lo riconosco come mio. Io amo nel profondo l’universo femminile, inteso come modo di pensare, dei sentimenti, dell’apparire agli altri, al punto di volerne appartenere. Spesso, chi si sente così affronta un percorso di transizione che lo porta a riallineare il corpo con la propria identità sessuale.»
Da leggere se si è amato: “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano
Da leggere ascoltando: “Le donne piangono in macchina” Eugenio Finardi; “Incantevole” Subsonica.
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“Fuori è un giorno fragile
Ma tutto qui cade incantevole
Come quando resti con me”

Sono rimasta affascinata dalla magia con la quale hai descritto Lucia e Gianluca, l’intera storia. Grazie mille ❤️
Cara Sabrina, leggere il tuo romanzo (cui auguro tutta la fortuna che merita) è stata davvero un’esperienza incantevole che consiglio a tutti i lettori del sito. ❤️